Perché ti riconosci in Dexter anche se è un serial killer? La risposta della psicologia ti sorprenderà

Perché ci innamoriamo di personaggi come Dexter? Il fascino oscuro dei “mostri normali”

Personaggi come Dexter Morgan, il serial killer protagonista dell’omonima serie, attirano l’attenzione del pubblico molto più di quanto si possa pensare. Dietro la loro apparente normalità e quotidianità, nascondono un lato inquietante che, paradossalmente, ci affascina. Questo “paradosso dell’antieroe” è diventato uno dei fenomeni narrativi più potenti della televisione e della cultura pop contemporanea. Ma cosa rende questi “mostri normali” così irresistibili? La risposta, come rivelano psicologia, neuroscienze e media studies, è sorprendentemente complessa.

Quando il male indossa la maschera della normalità

La fascinazione per i personaggi dalla doppia faccia nasce da un mix di attrazione e paura. Studi neuroscientifici dimostrano che la complessità morale di un personaggio attiva diverse aree del cervello: da un lato quelle responsabili dell’empatia, dall’altro quelle legate alla minaccia e alla paura. Questo crea una forma di ingaggio emotivo contraddittoria e potente, che tiene lo spettatore connesso anche nei momenti più controversi.

Empatia, ma con cautela: la dual identification

Secondo la psicologia dei media, la chiave sta nella cosiddetta “dual identification”, ovvero l’identificazione ambivalente. Da un lato, ci riconosciamo nei piccoli gesti quotidiani e nelle fragilità dei personaggi; dall’altro, manteniamo una distanza critica dai loro comportamenti immorali. Questa tensione tra comprensione e giudizio alimenta un legame emotivo intenso e duraturo.

Perché ci piacciono i cattivi “apparentemente buoni”?

Questi antieroi rispondono a pulsioni umane profonde e universali:

  • Effetto specchio: incarnano il conflitto interiore tra il nostro senso morale e i desideri oscuri che spesso reprimiamo.
  • Catarsi controllata: ci permettono di affrontare, in modo sicuro, pulsioni e emozioni scomode che raramente esploriamo nella vita reale.
  • Ambiguità etica: sfidano i confini tra giusto e sbagliato, costringendoci a rivedere le nostre certezze morali.

Questi elementi non solo intrattengono, ma offrono anche uno spazio psicologico protetto in cui possiamo rielaborare paure, frustrazioni e domande esistenziali.

Il “Codice di Harry”: regole per giustificare l’oscurità

Uno degli aspetti che rende Dexter “accettabile” agli occhi del pubblico è il famoso “Codice di Harry”: un insieme di regole etiche che guidano la sua violenza verso i colpevoli indiscussi. Si tratta di un espediente narrativo potentissimo: inserire una bussola morale in un personaggio disturbante permette allo spettatore di mantenere un fragile equilibrio tra condanna e giustificazione. In pratica, le regole non cancellano l’orrore, ma lo rendono più digeribile.

L’impatto culturale degli antieroi

La centralità crescente di personaggi moralmente ambigui riflette un cambiamento profondo nella nostra cultura. Il pubblico odierno è sempre meno interessato a eroi ideali e sempre più attratto da figure imperfette, che sembrano più vere, più simili a noi. Questo passaggio, rilevato da molte ricerche nell’ambito dei media studies, racconta una società in continuo confronto con la complessità dell’esperienza umana.

Quando il serial killer diventa virale

Dexter, come altri antieroi, è diventato un’icona anche nel mondo dei social. Meme, fan art, discussioni su forum e video su piattaforme come TikTok o Instagram contribuiscono a mantenerne viva la popolarità. I dati mostrano che questi personaggi generano tassi di engagement nettamente superiori rispetto agli eroi convenzionali. Il motivo? Offrono infinite possibilità di interpretazione e discussione. Si trasformano così in veri e propri fenomeni culturali, alimentando un dialogo continuo tra fiction e realtà.

Rischi e benefici psicologici di una passione così ambigua

Ma tutto questo interesse per il lato oscuro ha degli impatti sulla nostra psiche? Sì, e sono tutt’altro che banali.

  • Benefici: potenziano l’auto-riflessione, aiutano a sviluppare empatia selettiva e offrono uno spazio per elaborare emozioni complesse.
  • Svantaggi: possono contribuire a una certa desensibilizzazione rispetto alla violenza o generare confusione morale in assenza di un contesto critico.

Molto dipende dalle esperienze personali, dal contesto socioculturale e dall’approccio con cui si fruisce la narrazione. In ogni caso, l’effetto non è mai neutro: questi personaggi ci lasciano sempre qualcosa addosso.

Specchi oscuri della nostra umanità

Il successo degli antieroi racconta molto più di quanto sembri: parla della nostra voglia di vedere nei protagonisti non l’ideale irraggiungibile, ma il conflitto reale. Figure come Dexter spogliano la narrazione del suo moralismo patinato per mostrarci l’uomo, le sue contraddizioni, la sua sete di giustizia e il suo bisogno di ordine anche quando si manifesta nel caos.

Forse è proprio questo che ci attrae: il fatto che, dietro quella maschera da “mostro normale”, ci sia qualcosa che ci riguarda da vicino. Forse, a modo nostro, ci vediamo anche noi in Dexter.

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