Labubu, POP MART, Instagram e TikTok sono diventati i simboli di un nuovo modo di collezionare: virale, social, competitivo. Oggi possedere un oggetto da collezione non è soltanto una passione personale, ma un rituale che vive e si alimenta pubblicamente sui social media. Che si tratti di sneaker, action figure in blind box o borse di lusso, la collezione diventa contenuto, e il contenuto uno specchio dell’identità digitale.
Labubu e l’esplosione globale del collezionismo Pop
Partiamo da uno dei casi più rappresentativi: i Labubu. Questi pupazzetti dal look bizzarro creati da Kasing Lung e distribuiti da POP MART hanno spopolato prima in Asia, poi in tutto il mondo. Il loro successo è alimentato dall’estetica kawaii e dark, ma soprattutto dal fattore esclusività: le edizioni limitate scompaiono in pochi minuti e diventano preda ambita da rivendere o da ostentare online.
L’apertura delle scatole in diretta su Instagram o in video TikTok è un rituale emozionale che trasforma l’oggetto in storytelling e il compratore in protagonista. Oggi, collezionare significa anche performare: ogni pezzo rarefatto è una medaglia da esibire nel feed.
Perché condividiamo tutto (o quasi) sui social
La mania del collezionismo digitale non nasce dal nulla, ma risponde a bisogni psicologici ben precisi. L’identità, oggi, si costruisce anche attraverso ciò che mostriamo online. Dal libro preferito, al vinile raro, fino al Funko Pop in edizione ultra-limitata: ogni oggetto racconta chi siamo, o forse chi vogliamo sembrare.
- Validazione sociale: i like fungono da conferma del nostro gusto e status
- Appartenenza: entrare in una community rafforza il senso di identità
- Sicurezza personale: costruire un’immagine curata aiuta a sentirsi più forti
- Dopamina on demand: ogni notifica è una piccola scarica di piacere
Secondo Russell Belk, tutto ciò fa parte del nostro “sé esteso”: gli oggetti che possediamo (e condividiamo) entrano a far parte della nostra personalità percepita. Dichiarare cosa collezioniamo equivale a dichiarare cosa ci rappresenta.
Blind box: tra emozione e imprevedibilità
Il fascino dell’incertezza è uno degli elementi cardine della cultura del collezionismo contemporaneo. I prodotti POP MART, ad esempio, sfruttano il formato blind box proprio per alimentare una suspense continua: acquistare un pezzo “al buio” genera adrenalina, stimola il sistema dopaminico e accende la voglia di provare ancora.
Un meccanismo simile a quello dei loot box nei videogiochi: ogni apertura diventa una micro-scommessa. E se il pezzo trovato è raro? L’euforia viene immediatamente traslata sullo smartphone: post, reazioni, condivisioni. Un circolo vizioso di emozioni, contenuti e visibilità.
FOMO e dinamiche digitali: il lato nascosto del collezionismo
La Fear Of Missing Out — ovvero la “paura di restare fuori” — è una leva potentissima. Nel mondo delle collezioni, è ciò che spinge molti a comprare compulsivamente oggetti di cui, forse, non sentivano davvero il bisogno. L’urgenza si amplifica quando si vedono utenti ricevere pezzi esclusivi, partecipare a drop limitati o mostrare haul da centinaia di euro.
Il collezionismo diventa così una partita a chi arriva primo, chi ha di più, chi è più aggiornato. E la pressione può diventare tossica.
Quando la passione si trasforma in ansia
Secondo alcuni esperti di salute mentale, la condivisione sfrenata e l’ossessione per l’approvazione possono trasformare un hobby sano in un problema emotivo. Tra i rischi più comuni troviamo:
- Spese eccessive fino all’indebitamento
- Ansia da confronto e senso di inadeguatezza
- Stress da prestazione social
- Dipendenza da like e notifiche
Collezionare, in questi casi, diventa un modo per colmare vuoti personali, mascherare insicurezze o sentirsi momentaneamente “sufficienti” agli occhi degli altri.
Collezionare in modo sano: si può!
La chiave per mantenere il collezionismo un’attività positiva è ritrovare il contatto autentico con ciò che ci fa bene. Non tutto deve essere mostrato, non tutto deve generare approvazione. La bellezza di un oggetto può restare intima, personale, significativa anche lontano da uno schermo.
Per chi sente che la passione sta sfuggendo di mano, ci sono alcune strategie utili:
- Stabilire un budget mensile e rispettarlo con disciplina
- Chiedersi “Lo comprerei anche se non potessi postarlo?”
- Mantenere uno spazio offline per godersi la propria collezione in privato
- Condividere sì, ma senza trasformare ogni acquisto in una prova di valore
In un mondo che vive sempre più online, proteggere la nostra autenticità è il collezionabile più raro di tutti.
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